Visita a Poderi Sanguineto: Assaggiamo i Vini Rossi di Dora Forsoni

Cantina Poderi Sanguineto -Assaggiamo i Vini Rossi di Dora Forsoni

Finalmente il caldo ha cominciato a farsi sentire, e quindi abbiamo preso la moto e fatto rotta verso la Toscana, quasi esclusivamente per assaggiare il Nobile di Montepulciano di Dora Forsoni, proprietaria dell’azienda Sanguineto. Questo è quello che abbiamo scoperto.

A proposito di Nobile di Montepulciano

È uno dei vini considerati emblema della produzione italiana, una delle DOC più vecchie in Italia. Il primo decreto è del 1966, ed è stato il primo vino italiano a fregiarsi della fascetta DOCG nel 1980. Il disciplinare “Vino Nobile di Montepulciano” venne rimaneggiato nel 2010 e stabilisce che per la produzione di questo vino rosso, ammesso nelle varianti “rosso” e “rosso riserva”, siano utilizzate per non meno del 70% del totale uve Sangiovese, nella loro denominazione Prugnolo Gentile, con un saldo ammesso di altre uve rosse e bianche idonee alla coltivazione in regione Toscana. L’apporto delle uve a bacca bianca è comunque limitato ad un massimo del 5%.

L’areale di produzione è decisamente limitato, tanto che non comprende nemmeno tutto il territorio del comune di Montepulciano, ma solo alcune delle sue parti (Leggete il disciplinare e provate a ripercorrere i confini descritti con l’aiuto dei riferimenti a ferrovie ed incroci. Impagabile.).

Prima della messa in commercio il Nobile di Montepulciano deve essere affinato e maturato per un periodo non inferiore ai 2 anni complessivi dei quali almeno 12 mesi in recipienti di legno e minimo 6 mesi in bottiglia. Discorso leggermente diverso per il fratello “riserva” che dovrà sostare in legno non meno di 36 mesi.

Nota di colore simpatica: il disciplinare limita l’imbottigliamento a recipienti tipo bordolese di capacità non superiore ai 5 litri… e comunque l’abbigliamento delle bottiglie deve esse “consono al prestigio del vino”!

Poderi Sanguineto - La Cantina

Poderi Sanguineto – La Cantina

Poderi Sanguineto: Chi è Dora Forsoni

Dora è una donna toscana fin nel midollo. Dora è l’icona del sapere maturato attraverso l’esperienza vissuta. Dora è l’esempio pratico dell’etica contadina. Dora è una donna d’altri tempi. In molti sensi.

Dobbiamo risalire almeno al padre per capire meglio la figlia. Federico Forsoni, proprietario di più di 30 ettari di terreno in quel di Montepulciano era dedito all’allevamento di bestiame e produttore di cereali fino al giorno della sua scomparsa nel 1980. Nel corso degli anni successivi, per vari motivi, la produzione rallenta e scompaiono le vacche, ed i vigneti, che allora erano quasi solo per la produzione personale della famiglia, rimangono in mano all’ultima nata in famiglia, la nostra Dora appunto.

Basta mettere piede sull’aia di Poderi Sanguineto, a metà strada tra Acquaviva e Montepulciano, per intuire di che pasta è fatta. Ribelle allora e ribelle ora che di anni ne ha qualcuno in più, quando ne aveva poco più di 20 ha deciso di tornare ai poderi di famiglia e trovare la missione definitiva nel fare grande il vino di famiglia.
Dora è una che non le manda a dire, è schietta e diretta, sincera fin nel midollo e questa è una caratteristica che riconosciamo anche nei suoi vini.

Oggi, Poderi Sanguineto, lavora su circa 6 ettari vitati, tra cui spiccano splendidi un paio di filari datati 1935, che scoppiano di salute, accanto ad appezzamenti messi in produzione attorno agli anni ’80. In cantina, ovviamente, parlare di lieviti selezionati o controllo artificiale delle temperature è un tabù.

I processi di produzione sono votati alla minor manipolazione possibile della massa vinaria, con qualche travaso e poco altro. Altrettanto vietato è l’uso di prodotti di sintesi in vigna o il ricorso a trattamenti con farmaci contro insetti e malattie. Se non stonasse così tanto in questo ambiente direi che il motto è “Less is More”.

Le Vigne con Dora Forsoni

Le Vigne con Dora Forsoni

Le Vigne

Dopo un primo giro di saluti e presentazioni spuntano i bicchieri, riempiti in piedi sulla soglia della sala degustazione, e viene impartito il bonario ma risoluto comando: “questo lo beviamo in mezzo alle vigne, così capisci da dove viene e perché ha quel sapore!”. Detto fatto, siamo in vigna. Oltre al panorama mozzafiato, complice anche un bellissimo e caldissimo tramonto, ci colpiscono immediatamente le viti e la quantità di fogliame che ricopre i grappoli. “Le foglie sono i polmoni della vite, come pensi che possa vivere un uomo con meno di un polmone???”. Non si cima, non si sfoglia, si ripiegano i tralci e si rivanga la terra tra un filare e l’altro, basta questo.

A me cade la mascella, è una vigna estremamente curata, ma non “ordinata” per fare meno fatica in periodi di potatura o raccolta, è tutto dedicato ad assecondare lo spirito naturale di crescita delle piante. E si dovrà fare più fatica a vendemmiare, si farà più fatica, e basta.

Dora continua: “Guarda qui sotto. Sai come fanno ad avere questo colore le foglie di una vite di 50 anni?… così!”. E mi mostra il ceppo originale, tagliato 10 cm fuori da terra, con un secondo getto, che è la vite ora in produzione. “Se tu la lasci vivere, poi quando è il momento usi la sua forza per rinnovarla! Non esiste ripiantare un vigneto ogni 15 anni… quando gli va bene… Lei farebbe tutto da sola (la vite), io le do una mano” (virgolettato giusto per darvi un’idea, le parole esatte non le ricordo, troppo perso in pensiero romantico-agronomico per essere preciso ora).

In buona sostanza, correggendo qui e lì quello che madre natura avrebbe dato molto spontaneamente tutto assieme. In anni di visite in cantina e giri tra vigneti è la prima volta che sento un produttore trasmettere una consapevolezza così “atavica” delle sue piante. Questa donna è prima di tutto una contadina d’altri tempi.

Un essere umano che sa ascoltare la voce delle piante e assieme alle piante è capace di produrre una tra le bevande migliori che mi sia capitato di assaggiare. Mi era capitato con un paio di allevatori, ma lì il gioco è forse un po’ più semplice, perché gli animali, vuoi o non vuoi hanno una loro espressione, comunicano… ma con una vite… ero a bocca aperta.

Nel mentre nel bicchiere…

I vini di Dora Forsoni e Poderi Sanguineto

I vini di Dora Forsoni e Poderi Sanguineto

I Vini

Rosso di Montepulciano DOC 2016

Nel mentre nel bicchiere avevamo un Rosso di Montepulciano DOC 2016. Il vino base dei Poderi Sanguineto. Ve lo racconto dopo circa 30 minuti dalla mescita, dopo 30 minuti nel bicchiere con una temperatura di circa 30°, dopo un buon chilometro camminato all’interno dei vigneti. E cercherei di lasciarvi solo 3 aggettivi: Fresco. Profumato. Nobile (appunto).

Volendo scendere più nel dettaglio, aggiungerei che Dora usa solo botti da 25 ettolitri, ormai vecchie, anche se di età differenti. Il legno in questo caso è decisamente ben dosato, non copre nulla, non aggiunge nulla, nemmeno quel passaggio un po’ artefatto che si incontra in alcuni vini giovani, dove di colpo si passa dai frutti rossi del primo sorso al predominare dei terziari appena il vino scende in gola. Rimane in tutto e per tutto una bevuta semplice, mai banale, ma facile. Con quella acidità che ti aspetti da un vino dell’anno, ma l’eleganza tipica di un vino “nobile“, .. guarda caso.

Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2014

Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2014

Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2014

Si torna nella saletta di degustazione e viene versato il fratello maggiore: Nobile di Montepulciano Riserva DOCG, annata 2014… e qui smettiamo di scherzare, se mai lo avessimo fatto. Se avete in mente uno di quei toscani tutto corpo ed alcool e niente cervello, siete fuori strada. Non vorrei che gli amici valtellinesi se ne avessero a male, ma qui abbiamo di fronte il corrispettivo sangiovese del nebbiolo a denominazione Sassella. Schiena acida, profumo complesso, beva a non finire e tannino gentile, ma tutt’altro che domo. Passiamo dalla rosa canina ai lamponi, giù per le prugne fino al cuoio con sentori
di caffè tostato. E questo solo al naso.

In bocca ho avuto la netta percezione di corposità, che in principio rimane tutto dritto sul palato, poi si allarga alle gengive, mentre il sorso scende nell’ugola, e lascia una bocca asciutta, appagata, che sa di corteccia, mirto e pepe

Attenzione: questa descrizione è assolutamente riduttiva e sminuente. Ciascuno è caldamente invitato all’assaggio perché una bevuta simile è imprescindibile per chiunque si dica anche solo “amante” del buon vino.

Ci perdiamo via in chiacchiere su consorzi, denominazioni, ritmi dei campi e nuove tipologie di clienti.
Il tempo passa e noi dobbiamo rimetterci in strada per concludere la tappa con i proverbiali piedi sotto al tavolo.

Dora è una persona speciale prima di essere una straordinaria produttrice e questa toccata e fuga così rapida non basta certo a saziare la curiosità che ci ha messo in corpo di approfondire la sua storia e le sue convinzioni. A presto dunque, e chissà che non si riesca ad assaggiare anche quel famoso rosè di cui ci hai parlato…

Potete trovare i vini di Poderi Sanguineto cliccando sul seguente link.

Poderi Sanguineto I e II – Dora Forsoni
Via Sanguineto 2/4, 53045-Acquaviva, Montepulciano (SI)
Tel: +39 335 8307124
eMail: sanguineto@tin.it
Sito Web

Nota: le immagini dei vini sono prese dal Web

Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.

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Degustazioni · Storie di Produttori

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Matteo Luca Brilli, o così piaceva ai miei genitori, che mi hanno graziato della nascita in terra Romagnola, con la R maiuscola, regalandomi così una passione viscerale per il buon bere ed il buon mangiare. Studi di comunicazione a parte ho capito subito che impastare uova e farina accompagnandole con un bicchiere adeguato sarebbe stato il un bel modo di passare le domeniche, e quindi via con i corsi di cucina e poi l'incontro con ONAV, diventando finalmente assaggiatore. Qualche cantiniere mi ha regalato la sua amicizia, qualche Chef ha condiviso i suoi segreti, più di qualche parola è stata messa nero su bianco e tante tante ne verranno ancora.


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