La prima volta che ho conosciuto il “vignaiolo indipendente” Marco Vercesi al Vinodromo di Milano, sono riuscito subito a farlo arrabbiare parlando del prezzo del Buttafuoco. Non che ci volesse molto, scoprendo in seguito il suo carattere fumantino e la sua verve di uomo tutto d’un pezzo.
La seconda volta, mi presentai in ritardo all’appuntamento in cantina a Montù Beccaria e prima di stringermi la mano, ci mise qualche minuto, tra sguardi profondi e contemplazione per il panorama collinare davanti alla sua terrazza, con la vigne a coltivare il silenzio di un luogo intriso di magia. Ma alla fine, dopo le prime battute, ci siamo immersi nella sua calda e intima saletta di degustazione, nei racconti e nei profumi dei suoi vini, tra i quali lo Chardonnay San Done’ 2013, qui riassaggiato e raccontato solo per voi..
Vino ambizioso il San Done’, ottenuto tramite un clone che proviene direttamente dalla Borgogna, a cui si ispira come importanza e caratteristiche. Si presenta subito con un colore giallo dorato carico, brillante. Una sorta di cartina tornasole di quello che sarà l’assaggio.
Lo Chardonnay San Done’ nel calice
Naso ampio e complesso, dove è possibile percepire in modo nitido note classiche di frutta tropicale quali banana, ananas, fino a note più evolute di vaniglia, miele, caramello e nocciole, da cui si intuisce il passaggio in barrique, che in questo caso specifico non toglie nulla regalando un olfatto intrigante. A colpire maggiormente è l’aspetto “camaleontico” di questo vino, che ad ogni passaggio sorprende per i continui cambi di direzione che portano a scoprire note particolari di gesso, cenni di agrumato (mandarino) e dopo diversi minuti, una suggestione minerale che regala gli ultimi attimi di profondo piacere (non ditelo ai grandi esperti che ho usato il termine minerale, pare che ormai non si debba più usare).
In bocca è voluminoso, grasso, dotato di buon corpo, che però non compromette la beva grazie ad una vena acida presente e fondamentale che dà equilibrio e smorza la sua grande “burrosità”. L’assaggio non delude, mostra un legame forte con il naso e regala sensazioni sapide e fresche che lasciano il palato in estasi per svariati secondi.
Un ottimo Chardonnay, senza se e senza ma, forse il vino che prediligo tra quelli del produttore. Una scommessa coraggiosa e vinta quella di Marco, tenuto conto che questo vitigno non ha una gran tradizione in Oltrepò Pavese.
Da servire fresco, ma non troppo, anche a temperatura ambiente, per gustare al meglio l’ampio e variegato bouquet. In abbinamento con primi piatti di pesce, crostacei, funghi e piatti a base verdure.
Qualcuno diceva che un buon vino si riconosce dal secondo bicchiere e non dal primo.
Beh, questo Chardonnay San Done’ è un buon vino, senza dubbio..