Tomasetti Family Winery: un uomo tra Bordeaux e la bassa parmense

Tomasetti Family Winery

Il caldo, denso e palpabile, unito all’incessante ronzio delle zanzare, quasi stupite della presenza di un forestiero tra i campi in pieno sole, mentre, sullo sfondo, lo sfocato rumore di un trattore si sovrappone al diradato gracidio delle poche rane sopravvissute all’umana insensata gestione del territorio.
Ecco, per esperienza diretta, la mia l’immagine di quella lunga fascia di terra che accompagna il Po tra la bassa pavese e il delta, dove il nostro grande fiume, pur avendo perso la sua antica libertà, mantiene nascosti gioielli di arte e di natura, prima di fondersi definitamente con il mare.
Nella mia mente pochi paesaggi potrebbero essere meno vocati di questi alla realizzazione di grandi vini rossi; certo, ci sono i Lambrusco, vini capaci di esprimere queste terre e sposarne la cucina come nessun altro potrà mai fare, ma che rappresentano, comunque, un’altra storia. Siamo a Polesine Parmense, nella piccola cantina  Tomasetti Family Winery.

Polesine Parmense e la Tomasetti Family Winery

Santa Croce è una piccola frazione di Polesine Parmense, proprio là dove incontri l’anima più vera del culatello e dove il Lambrusco Maestri accompagna pranzi e cene in grado di riconciliarti il cuore con il destino. Giuseppe Tomasetti è un genuino figlio di queste terre, anche se il suo accento americano – dovuto alla sua gioventù trascorsa negli States insieme alla famiglia, prima di iniziare a girare il mondo come avvocato di successo internazionale – unitamente alla sua grande capacità di raccontare lo rendono un vero cittadino del mondo.

Tomasetti Family Winery - La cantina
Ho conosciuto Giuseppe nel corso di una mia visita alla sua Azienda, una visita nata dal mio desiderio di iniziare a scrivere di Lambrusco (chi volesse approfondire la storia e i vini della sua Azienda e le caratteristiche del Lambrusco Maestri legga questo mio precedente articolo cliccando qui) e di farlo per mezzo di piccole cantine che credessero nelle grandi potenzialità di questi vitigni e che fossero animate dalla ferma volontà di permettere loro di esprimersi pienamente.
Giuseppe è tornato a vivere in Italia nel 1987 e dal 2003 – dopo avere ristrutturato un antico palazzo a Polesine Parmense, costruito nel 1558 a Santa Croce dalla nobile famiglia Pallavicino – vi si è trasferito con la famiglia, iniziando a occuparsi di vitivinicoltura e realizzando, nel 2006, la sua prima vendemmia dando così vita alla Tomasetti Family Winery; l’Azienda, attualmente, produce un totale di circa 15.000 bottiglie.
Fu durante questa visita che mi scontrai con l’ulteriore dimostrazione che non si può conoscere il vino, si può solo cercare di ridurre – con gli anni e con gli assaggi – il numero delle cose che non si conoscono

Il territorio di Polesine Parmense e le analogie con Saint-Émilion

Ciò avvenne quando Giuseppe mi disse che tra le sue vigne di Lambrusco Maestri – in una zona dove sabbia, ghiaia e argilla sono nelle giuste proporzioni tanto da ricordare i suoli di Saint-Émilion – ve ne sono anche di Merlot e Cabernet Sauvignon, realizzate a partire da barbatelle provenienti proprio da quelle magiche terre sulla sponda destra della Dordogna.
Chi mi conosce lo sa: non amo i vini da uve bordolesi, con le ovvie eccezioni di quei pochi, grandissimi territori esteri o italiani, dove la loro eleganza e complessità sono veramente in grado di esprimersi giungendo a vette di unica grandiosità. Ammetto che non avevo mai annoverato la bassa padana tra questi territori: un’ulteriore prova dei danni che i pregiudizi possano fare in ogni campo.
In realtà, nell’area di Polesine Parmense, oltre alle forti similitudini di suolo di alcune parcelle di territorio, oltre alla presenza di un fiume importante, anche clima e latitudine mostrano delle impressionanti coincidenze.
A Polesine Parmense il clima può essere considerato temperato suboceanico; la media delle temperature minime annuali si attesta intorno ai 9°C mentre quella delle massime raggiunge i 18°C; la piovosità complessiva nel corso dell’anno è di circa 750mm con i picchi di precipitazioni prevalentemente nei mesi di ottobre e novembre. A Bordeaux, il clima è più marcatamente oceanico, con la media delle temperature minime pari a 8,5°C, quella delle massime pari a 18°C e la piovosità complessiva pari a circa 980mm annui; da ultimo, ma non certo per importanza, la latitudine di Saint-Émilion, cittadina di origine delle barbatelle e patria di grandi Merlot e Cabernet Sauvignon e Franc, è pari a 44° 50’N mentre quella di Polesine Parmense è di 45°N. Si nota subito come l’unica differenza di rilevo riguardi la piovosità, di circa 230mm superiore nell’area di Bordeaux.
Alla luce di questi numeri, il mio stupore per la qualità dei vini che andrò a descrivere rimane intatto, ma trova nelle caratteristiche pedoclimatiche alcune chiavi di ragionevole lettura.

Le Cabaret – Cabernet Sauvignon – Vino Rosso 2012

Le Cabaret Cabernet Sauvignon - Etichetta retro
Il rubino nella sua totalità: non un ricordo del suo colore bensì l’essenza stessa della sua luce, del suo calore e del suo fascino. Si presenta così all’assaggio questo Cabernet Sauvignon, tanto inatteso quanto sorprendente. Alla prima olfazione, il naso – ricco, fine e ampio – apre con note ciliegia matura, ribes rosso e violetta ai quali, dopo una breve attesa, si aggiungono i sentori della noce moscata, del cioccolato fondente e della cipria nonché alcune lievi e gradevoli sensazioni vegetali, che ci riportano alla mente l’erba fresca. Altri minuti trascorrono ed ecco, aiutati da timide rotazioni del calice, offrirsi ai nostri sensi la fragolina di bosco, la canfora, la mineralità della grafite, il caffè in polvere e le note animali del cuoio. Il peperone giallo, tipicamente varietale, fa solo capolino per via retronasale dopo una lunga permanenza nel calice.
Al gusto, si offre ampio, avvolgente, morbido e piacevolmente caldo. Buono il corpo, sostenuto da una elegante tannicità e da una ancora ben equilibrata freschezza; soddisfacente la persistenza e davvero notevole la sua capacità di evolvere nel bicchiere senza spegnersi, ma continuando a mutare regalandoci nuove emozioni.
Degustazione del 17 aprile 2016

Giaranzana – Merlot 2011

Merlot Giaranzana - Etichetta retro
Una pietra diversa – il granato – ma lo stesso fascino. Elegante, ricco di una luce calda che sembra voler dire: aspetta e vedrai. E così è, infatti: alzando il calice verso il naso si resta subito coinvolti dal suo bouquet, capace di uno dei massimi risultati enologici: coniugare intensità, finezza e complessità. Un percorso olfattivo che inizia con le note fruttate della fragolina di bosco e della ciliegia per proseguire con le gradevoli note varietali – che definirei ritrose a mostrarsi – di peperone giallo; trascorrono gli attimi, i secondi e i minuti ed ecco, in una sequenza che sembra non volere avere fine, apparire la grafite, il cuoio, la liquirizia nera e poi ancora – a seguire – il cioccolato, il tamarindo e le sensazioni speziate del pepe nero e della noce moscata.
In bocca, è vellutato, ampio, compatto, rotondo, di buon corpo ed eccellente equilibrio; un Merlot che colpisce al gusto per l’eleganza e la setosità dei tannini, l’assai lunga persistenza e la piacevolezza di beva.
Degustazione del 1 maggio 2016

Tomasetti Family Winery
Via Giaranzana 14
Località Santa Croce (PR)
Polesine Parmense 43010 – Italy
Mobile 340.7078652
www.tomasettifamilywinery.com
giuseppe@tomasettifamilywinery.com

Ho sempre cercato di vivere coniugando la mia voglia di imparare con la necessità materiale di uno stipendio a fine mese, il più delle volte con risultati assai discutibili…. soprattutto per quanto riguarda quest'ultimo. Alla soglia dei 50 anni, ho affrontato una svolta epocale nella mia vita lavorativa. Laureato in Scienze Naturali, con un Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Animale e dopo aver dedicato i primi 20 della mia vita alla ricerca zoologica, alla conservazione della natura e all'insegnamento universitario, ho deciso di seguire l'altra mia grande passione, quella per l'enogastronomia. Credo, infatti, che cibo e vino rappresentino la storia e la cultura più profonda di un popolo almeno quanto la pittura, la musica o la letteratura. Oggi sono Esperto Assaggiatore e Docente ONAV, Sommelier, Degustatore Ufficiale e Relatore FISAR e Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi). Dal 2012, dirigo il portale di cultura enogastronomica World Wine Passion oltre ad avere regolari collaborazioni con giornalisti quali Mauro Bertolli, Paolo Massobrio e Marco Gatti. Recentemente, sono stato nominato vicepresidente di una Commissione di Valutazione per l'ammissione dei vini al Merano Wine Festival.

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http://www.worldwinepassion.it/

Ho sempre cercato di vivere coniugando la mia voglia di imparare con la necessità materiale di uno stipendio a fine mese, il più delle volte con risultati assai discutibili…. soprattutto per quanto riguarda quest'ultimo. Alla soglia dei 50 anni, ho affrontato una svolta epocale nella mia vita lavorativa. Laureato in Scienze Naturali, con un Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Animale e dopo aver dedicato i primi 20 della mia vita alla ricerca zoologica, alla conservazione della natura e all'insegnamento universitario, ho deciso di seguire l'altra mia grande passione, quella per l'enogastronomia. Credo, infatti, che cibo e vino rappresentino la storia e la cultura più profonda di un popolo almeno quanto la pittura, la musica o la letteratura. Oggi sono Esperto Assaggiatore e Docente ONAV, Sommelier, Degustatore Ufficiale e Relatore FISAR e Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi). Dal 2012, dirigo il portale di cultura enogastronomica World Wine Passion oltre ad avere regolari collaborazioni con giornalisti quali Mauro Bertolli, Paolo Massobrio e Marco Gatti. Recentemente, sono stato nominato vicepresidente di una Commissione di Valutazione per l'ammissione dei vini al Merano Wine Festival.


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